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Cos'è

L’impronta idrica è un indicatore multidimensionale che quantifica i potenziali impatti ambientali legati all’acqua, in termini quantitativi (in volumi) e qualitativi, considerando consumi sia diretti che indiretti di acqua e con approccio di ciclo di vita (concetto di “virtual water”).

In un contesto generale di crescente stress idrico, e con particolare riferimento alle problematiche di sfruttamento ed inquinamento delle falde nel panorama italiano, la Water Footprint (WFP) si propone come un utile mezzo per:

  • quantificare e comunicare gli impatti ambientali;
  • ottimizzare la gestione delle risorse idriche e dei processi produttivi.

La norma di riferimento è la ISO 14046 “Environmental management: Water footprint – Principles, requirements and guidelines”, pubblicata ad agosto 2014, che specifica i principi, i requisiti e le linee guida relativi alla valutazione della WF di prodotti, processi e organizzazioni basata sulla metodologia LCA (Life Cycle Assessment).

A cosa serve

L’impronta idrica, includendo l’utilizzo e l’inquinamento della risorsa lungo l’intera supply chain, si differenzia rispetto al tradizionale concetto di ‘consumo’, inteso come semplice prelievo.

Ben definite a livello spaziale e temporale (fondamentali in una WF sono la località e la stagionalità), le componenti di Water Footprint sono generalmente di tre tipi:

  • blue: perdite evaporative o di incorporazione successive ai prelievi da corpi idrici;
    • green: precipitazione che contribuisce all’evapotraspirazione delle colture;
    • grey: ‘diluizione’ degli inquinanti disciolti per l’ideale raggiungimento di standard di qualità.

L’obiettivo principale della WFP è lo sviluppo di una policy aziendale, volta a costruire la propria reputazione ambientale, e dimostrare ai clienti o alle istituzioni la propria “accountability” in materia di lotta ai cambiamenti climatici (Climate Change).

Tale certificazione consente di avere quella visibilità “ Eco-friendly”, essenziale sia per la competitività aziendale nella “ Green Economy” che per lo sviluppo di modelli di business in grado di coniugare Profitto e Ambiente.

A chi si rivolge

Tale certificazione si rivolge a tutte le tipologie di organizzazioni, Profit e no- Profit.

Come ottenerla

Chi intende certificarsi, deve implementare i seguenti steps:

  1. valutazione documentale della reportistica associata al conteggio del water footprint;
  2. verifica on site dell’acquisizione dati;
  3. modellizzazione dei calcoli effettuati all’interno del software usato per l’analisi;
  4. revisione indipendente da parte di un tecnico qualificato, estraneo al team di audit.

Il consulente accompagna l’Azienda durante tutto il percorso, con incontri tecnici per fornirle una serie di strumenti e suggerimenti, seguendola fino alla certificazione. I tempi per la certificazione variano molto rispetto alle dimensioni, l’impegno e la motivazione dell’organizzazione di certificarsi. Con l’obiettivo di ottenere e mantenere la certificazione, il consulente definisce con l’Azienda un percorso mirato e personalizzato.

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